DOP e IGP: scopriamo insieme le certificazioni
Le certificazioni italiane legate all’olio DOP o IGP, sono ormai linguaggio comune e sinonimo di qualità. Ma cosa significa che un olio è DOP o IGP? Quali sono le differenze tra le due certificazioni?
DOP significa “Denominazione di origine protetta”. È un marchio di tutela giuridica che viene attribuito dall’Unione Europea. Si riferisce sempre a un’area geografica delimitata, che può corrispondere a regioni, provincie, aggregazioni o singoli comuni del territorio. Tutte le fasi di produzione di un olio extravergine d’oliva che ha ottenuto la certificazione DOP vengono effettuate nella stessa area, dalla coltivazione dell’ulivo, alla spremitura, all’imbottigliamento. Gli oli DOP devono inoltre rispettare determinate caratteristiche qualitative decise dai singoli consorzi di tutela, e possono essere legate a parametri fisici, come il colore, chimici, come il grado di acidità, e organolettici, come il profumo e il sapore. Il controllo della qualità non avviene soltanto in fase di richiesta di certificazione. I parametri devono essere mantenuti nel tempo e vengono verificati da da uno specifico organismo di controllo.
La sigla IGP sta per “Indicazione geografica protetta”. Esattamente come la DOP, è una certificazione riconosciuta dall’Unione Europea, ma ne differisce per caratteristiche. Infatti, per essere un olio extravergine d’oliva IGP, basta che una fase del procedimento avvenga nell’area geografica delimitata. Deve però anch’esso rispondere a una serie di regole qualitative che rendono quindi questa certificazione di uguale valore alla sua sorella DOP.